Documento su vertenza Via d’Acqua Expo’ 2015

La società Expo’ ha dato il via ai cantieri per la costruzione di una “Via d’Acqua” che, attingendola dal canale Villoresi, porti acqua al sito di Expo’ di Rho/Pero dando vita ad un laghetto artificiale, dal quale poi farla defluire attraversando quattro parchi cittadini (Pertini, Trenno, Bosco in Città, Cave), convogliandola nella darsena allo scopo di rivitalizzarla e da qui incalanarla verso la campagna del Ticinello e verso l’area  Vettabbia/Chiaravalle.

Expo’ sostiene che questo progetto sia indispensabile per rifornire d’acqua le aree agricole del sud Milano, costruendo , si dice, una coerenza tra l’opera e la finalità di Expo’ “Nutrire il Pianeta”, ed in base in larga parte a questo Milano si è aggiudicata l’organizzazione dell’evento rispetto a Smirne.

Premesso che a tutt’oggi Expo’ ha discusso e ha fatto discutere di tutt’altro: sito espositivo, indici di edificabilità,  infrastrutture, (che peraltro sottraggono territorio agricolo all’area a nord di Milano ­100 ettari solo per il sito) tra gli agricoltori che fanno capo alla rete del DESR non vengono avanzate richieste di acqua per le loro colture e non ci risultano pressanti richieste in tal senso da parte degli altri agricoltori.

Da qui una prima questione : quali sono gli agricoltori o loro associazioni che avanzano questa richiesta nel Sud Milano?  A quanto sappiamo, ad esempio, Coldiretti di Milano ha proposto grande cautela.

Seconda questione: siamo sicuri che il tracciato idrico che dovrebbe portare acqua dal Naviglio Grande al Sud Milano sia adeguato allo scopo?

Terza questione: l’acqua che viene attinta dal Villoresi non rischia di mettere in difficoltà l’agricoltura ad esso connessa?

Ma in subordine, ammesso e  non concesso che esista una importante richiesta agricola in tal senso, la società Expo’, il Comune, la Regione,  quale agricoltura  intendono favorire con questo incremento di immissione di acqua presunto necessario? L’agricoltura ecosostenibile (che ha già l’acqua sufficiente ) o l’ agricoltura monocolturale intensiva basata su prodotti di sintesi chimica, oggi ancora prevalente nelle aree agricole destinatarie dell’opera?

Quest’ultima è un agricoltura che, oltre ad impoverire il terreno, assieme agli allevamenti intensivi,  è altamente“idrovora”

Il DESR sta lavorando con risultati decisamente incoraggianti per convertire questo tipo di agricoltura alla sostenibilità, con conseguente riduzione drastica del fabbisogno idrico, mentre le Vie d’Acqua Expo’ , in quanto formalmente motivate dall’incremento della dotazione irrigua del Sud Milano, sono funzionali, peraltro in maniera risibile, al modello agricolo industriale, intensivo e monocolturale,  basato su prodotti di sintesi e su necessità idrovore ed energivore, sempre più incompatibili con la sostenibilità del pianeta.

Modello  che, secondo Josè Bovè, vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo, non ha più futuro ed anzi ormai rientra tra le cause della maltrunizione a livello del Sud del Mondo e degli sprechi in Occidente, oltre che della chiusura delle aziende agricole (in Europa  ne muore una ogni 3 minuti).  Cioè l’esatto contrario di quanto si propone nello slogan Expo’ 2015!

Per questo il DESR  chiede con forza di rivedere la  decisione di Expo’ sulla via d’acqua, riconoscendosi nelle posizioni dei Comitati che giustamente si oppongono alla proposta di Expo’ per la sua caratteristica decisamente impattante ( fino a 15 metri di sezione del canale di cemento, a fronte di un flusso equivalente ad appena 40 cm di acqua) e per il fortissimo rischio di incappare, con gli scavi che sventrerebbero il percorso del tracciato, in rifiuti  inquinanti, mentre con la proposta elaborata fin dal 2010 da Italia Nostra ci si integrerebbe con la rete idrica storica e le sue connessioni col territorio agricolo e naturalistico, sistemandola e rivalorizzandola, con costi decisamente inferiori a quelli preventivati da Expo’, ammontanti invece a diverse decine di milioni di euro.

Expo’ e  lo stesso Comune di Milano con la Regione (che compongono assieme al Governo la società Expo’), non hanno dato ancora  un messaggio su cosa propongono per “nutrire il Pianeta” e dovrebbero darlo a partire da come si vorrebbe nutrire Milano e cioè con un agricoltura ecosostenibile e biodiversa,  costruendo con essa economie solidali locali  basate sulla sovranità alimentare dei popoli. E per far cio’ ci vuole sicuramente meno acqua, basterebbero migliorie alle vie esistenti, importanti in termini naturalistici e paesaggistici, come sostenuto da Italia Nostra e dai Comitati di cittadini che l’hanno fatta propria. Così facendo si potrebbe davvero dare corpo ad un progetto capace di nutrire davvero la città e lanciare concretamente una proposta al mondo su come si nutre il pianeta, poggiandola sulla costruzione della sovranità alimentare e sulla difesa del territorio agricolo!