IL COMITATO MILANESE ACQUAPUBBLICA ALLA FESTA DEL DESR

Acqua e agricoltura sono strettamente legate: se una è malata l’altra non può essere in salute. Per questo è stato importante per il Comitato Milanese Acquapubblica aver potuto partecipare alla festa del Desr del 4 ottobre.

Dove c’è attenzione alla terra, si coltiva senza uso di pesticidi e fitofarmaci senza freni e si sostiene chi vuole uscire dalla agricoltura convenzionale che arriva a inquinare  fino alle falde acquifere, lì si protegge anche l’acqua. Questa risorsa è sempre più scarsa (parliamo di acqua dolce) sul nostro pianeta, al punto di essere diventata ormai da anni oggetto di guerre tra Stati che se la contendono invece di collaborare per la sua tutela a vantaggio di tutti.  La migrazione per scarsità di acqua è già cominciata  e gli organismi internazionali, tenendo conto anche dell’impatto dell’aumento della temperatura legato ai cambiamenti climatici, prevedono milioni di profughi per sete nei prossimi, vicinissimi, decenni.

Di questo abbiamo parlato domenica e della necessità che ognuno faccia la sua parte per salvaguardare questa risorsa indispensabile alla vita in tutte le sue forme. Allora, per esempio, basta acqua in bottiglia perché la plastica è un drammatico fattore di inquinamento delle acque e non solo, basta sprecare acqua potabile per usi impropri, dobbiamo pretendere che vengano riparate le reti idriche che nella media nazionale perdono il 42%, vergogna tutta italiana, questa sì sarebbe una utile ‘grande opera’.

Ricordiamoci che dopo il referendum del 2011 che ha mobilitato milioni di persone per sostenere l’acqua pubblica, fuori dal mercato, non oggetto di profitto e speculazione ma diritto umano fondamentale, giace ancora in Parlamento la proposta di legge popolare del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua per la sua ripubblicizzazione. Sono grandi gli interessi che si giocano su questa partita: Anche su questa sfida dobbiamo alzare tutti insieme la voce per dire che l’acqua è un bene comune e non una fonte di guadagno. Proprio quello che sono riusciti a fare in questi giorni in Salvador, paese che non ha certo meno problemi di noi, dove, dopo anni di lotte, la popolazione è riuscita a ottenere che il Parlamento approvasse una riforma costituzionale in cui si afferma il diritto umano di accesso all’acqua riconosciuta come bene naturale e pubblico. Lo hanno fatto anche a Parigi e Berlino, dieci anni fa. E noi?

Come dicono le ragazze e i ragazzi di Friday for future: NO WATER NO FUTURE